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Soggetto: Posa della prima pietra dello stabilimento ANIC a Pisticci.
Data ripresa: 29 luglio 1961
Luogo ripresa: Basilicata, MT, Pisticci
Valbasento
Collezione/raccolta:

Proprietario: Domenico Notarangelo

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SCHEDA F completa - Secondo gli standard catalografici ICCD (MiBACT)

CODICI
ID Scheda 678
TSK - Tipo di scheda F
LIR - Livello di ricerca P
NCT - CODICE UNIVOCO
NCTR - Codice Regione 17
Codice univoco locale
ESC - Ente schedatore MUV Matera
 
LC - LOCALIZZAZIONE
PVC -LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO - AMMINISTRATIVA
PVCR - Regione Basilicata
PVCP - Provincia MT
PVCC - Comune Matera
LDC - COLLOCAZIONE SPECIFICA
LDCN - Denominazione
(collezione/raccolta)
LDCU - Denom. spazio viabilistico
LDCM - Denominazione raccolta Archivio Notarangelo
 
OGT - OGGETTO
OGT - OGGETTO
OGTD - Definizione dell'oggetto positivo
QNTN - QUANTITA'
QNTN - Numero oggetti/elementi
 
SGT - SOGGETTO
SGT - SOGGETTO
SGLT - Titolo soggetto
SGTI - Identificazione Posa della prima pietra dello stabilimento ANIC a Pisticci.
SGTD - Identificazione sul soggetto Il 16 luglio 1961 Amintore Fanfani, presidente del Consiglio dei ministri, pose le prime pietre per la realizzazione di alcune industrie nella valle del Basento: in territorio di Pisticci un grande complesso industriale statale dell’Anic, a Ferrandina due fabbriche private, una della Montecatini e una della Pozzi. Insieme a Fanfani scesero nella valle altri ministri, fra cui Emilio Colombo e Carlo Bo, il presidente dell’Eni Enrico Mattei e molte personalità del mondo industriale e imprenditoriale italiano. Fu una vera e propria parata di dirigenti democristiani di ogni livello. Ed anche una grande folla partecipò ad un avvenimento che tutti reputavano epocale per le sorti della Lucania. Il regime democristiano voleva dimostrare di essere il partito dello sviluppo e del progresso. Nella valle basentana, da qualche anno era stato scoperto un giacimento di metano di vastissime proporzioni che aveva aperto nei cuori dei lucani una grande speranza di riscatto. Di fronte al rischio che il governo potesse decidere di utilizzare altrove quella fonte energetica, le popolazioni della valle del Basento e i Lucani scesero in lotta per rivendicare che il metano venisse utilizzato in loco. Grandi cortei si ebbero in quel periodo in molti centri della valle, da Pisticci a Ferrandina, a Grassano, Miglionico, Grottole, Salandra. A Matera il 13 marzo 1960 l’intera città sfilò in corteo per chiedere sviluppo e lavoro. Allo sciopero generale proclamato dalla CGIL aderirono tutte le categorie di lavoratori. Anche commercianti e artigiani abbassarono le saracinesche di botteghe e officine, da tutti gli istituti scolastici si riversarono in piazza cortei di studenti, chiusi restarono gli uffici pubblici, fornaciai e pastai incrociarono le braccia. Totale fu l’adesione della città. Un corteo lunghissimo e ordinato sfilò per ore per le vie della città, ma tanto non bastò alla polizia che a ripetizione intervenne caricando e manganellando selvaggiamente e immotivatamente i dimostranti. Era la risposta del governo alla volontà popolare che chiedeva solo la certezza del lavoro e dello sviluppo della propria terra. Quella lotta, comunque, pagò. Il governo fu costretto ad avviare un processo di industrializzazione della valle del Basento. Naturalmente lo fece a modo suo, coi tempi lunghi che caratterizzarono in quel periodo e anche dopo la sua politica di intervento. Alla posa delle prime pietre non seguì l’inizio immediato dei lavori. Le prime ruspe arrivarono un paio di anni dopo la posa delle prime pietre. Anzi la Montecatini diede subito forfait e lasciò che sulla sua prima pietra per anni crescessero le ortiche. Quella fabbrica non vide mai la luce. Prima delle fabbriche furono realizzati i metanodotti che fecero viaggiare il gas lucano verso altre industrie delle regioni meridionali. E quando le due fabbriche, l’Anic e la Pozzi, furono realizzate, il regime praticò la politica del ricatto. Le assunzioni vennero fatte non negli uffici di collocamento, o secondo i meriti e i bisogni, ma nelle parrocchie e nelle sezioni democristiane. Il prezzo per un posto di lavoro in fabbrica era la consegna delle tessere della Cgil e dei partiti di sinistra e l’adesione al partito dello scudo crociato. Negli anni Ottanta cominciò la crisi industriale con la chiusura della Pozzi e di molte attività nello stabilimento Anic di Pisticci. Dei tremila operai che lavoravano nella valle del Basendo ne erano rimasti occupati poche centinaia.
 
DESCRIZIONE
MIS - Misure
MISU - Unità
MISA - Altezza
MISL - Larghezza
MISD - Diametro
MISS - Spessore
 
LR - LUOGO E DATA DELLA RIPRESA
LRC - LOCALIZZAZIONE
LRCR - Regione Basilicata
LRCP - Provincia MT
LRCC - Comune Pisticci
Indirizzo civico Valbasento
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DT - CRONOLOGIA
DTZ - CRONOLOGIA GENERICA
DTZG - Secolo 29 luglio 1961
CRONOLOGIA SPECIFICA
DTSI - Da
DTSF - A
MOTIVAZIONE CRONOLOGIA
Motivazione
Specifiche
 
DEFINIZIONE CULTURALE
AUF - AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
AUFN - Autore personale Rosario Genovese
Motivo attribuzione
Sigla per citazione
 
DATI TECNICI
Indicazione di colore BN
MTC - MATERIA E TECNICA
MTC - Materia e tecnica Basilicata
 
CONSERVAZIONE
STC - STATO DI CONSERVAZIONE
STCC - Stato di conservazione buono
 
CONDIZIONE GIURIDICA E VINCOLI
CONDIZIONE GIURIDICA
Indicazione generica
Proprietario Domenico Notarangelo
Indirizzo
 
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
GESTIONE IMMAGINI
Tipo hard disk
Identificazione di volume
Posizione
 
Tags
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