RACCOLTE RILEVANTI

Augusto Viggiano


Augusto Viggiano è approdato alla fotografia professionale dopo una lunga attività di bibliotecario. Roberto Roda in "Lo spazio e la memoria" ha definito Augusto Viggiano come uno dei pochi, e veri, fotografi scientifici nel panorama italiano odierno, perché è in grado di associare a indiscusse competenze fotografiche altrettanto non trascurabili competenze disciplinari che investono almeno tre ambiti della ricerca: quello storico-artistico, quello demologico e, infine, quello inerente lo studio del territorio. Con un percorso professionale per certi versi simile a quello dello scomparso Paolo Monti, Viggiano è oggi uno dei più legittimi eredi di quest’ultimo. Approdato alla fotografia professionale in età matura, dopo una carriera di dirigente-bibliotecario, egli ha saputo trasferire nell’azione fotografica il suo bagaglio culturale e adeguare, conseguentemente, il modus operandi a un efficace agire per analisi piuttosto che per sintesi.
Ogni soggetto catturato da Viggiano - sia questo un’opera d’arte, un’architettura popolare o un evento rituale - viene indagato ruotandovi attorno, selezionando particolari, parcellizzandolo e penetrandolo progressivamente. Il metodo emerge evidente fin dal suo primo lavoro e ritorna, costante, in tutte le sue successive ricerche: da quelle eseguite nella sua terra - la Basilicata - (Centri minori, architettura e pittura delle chiese rupestri del Materano, feste e tradizioni popolari) - a quelle svolte in ambito emiliano-romagnolo (gli insediamenti appenninici dell’alta Val Trebbia, i siti archeologici, la scultura funeraria, i Compianti, l’affresco del Giudizio Universale nel Duomo di Ferrara, ecc.). Nel suo lavoro di lettura e documentazione Viggiano ci predispone a un giuoco didattico: scompone scientemente l’oggetto e ci offre i tasselli per comprendere e ricostruire il puzzle della realtà.

Augusto Viggiano ha pubblicato: La cultura e gli oggetti. Per un’interpretazione dei Sassi di Matera, testo di Aldo Musacchio, Mazzotta, Milano 1980; EdiTer, Matera 2001; Immagini di tufo. La facciata della Cattedrale di Matera, con testi di Salvatore Abita e Amerigo Restucci, Congedo, Galatina 1991; Lo spazio e la memoria. I sentieri del sacro. Aspetti della cultura popolare in Basilicata, testi di Franco Cardini ed Enzo Spera, Edizioni del Capricorno, Torino 1991; EdiTer, Matera 2005; Le figure sospese. I legni intagliati di Giuseppe e Giovanni di Trani, testo di Enzo Spera, Arnaud-EdiTer, Firenze-Matera 1992; Le pietre dei pastori, testo di Ferdinando Mirizzi, Schena-EdiTer, Fasano-Matera 1992; Testimonianza e memoria. I Sassi di Matera, testo di Roberto Marro, Testo & Immagine, Torino 1995. I colori del sacro. La cripta della Genesi nella Murgia materana, testi di Stefania Mola e Nino Lavermicocca, EdiTer, Matera 2003. Per un’analisi del territorio dell’Alta Murgia, testi di Raffaele Nigro, Gianfranco Liberati e Roberto Roda, Mazzotta, Milano 1991.
Augusto Viggiano ha
illustrato tra l’altro: Arte in Basilicata. Rinvenimenti e restauri, De Luca Editore, Roma 1981; Introduzione al Museo Civico Medievale, Comune di Bologna, Bologna 1995; Nell’età di Correggio e dei Carracci. Pittura in Emilia nei secoli XVI e XVII, Nuova Alfa Editoriale, Bologna 1986; Imago Urbis. Dalla città reale alla città ideale, di Cesare De Seta, Massimo Ferretti e Alberto Tenenti, Franco Maria Ricci, Milano 1986; Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Nuova Alfa Editoriale, Bologna 1991; Gli oggetti ritrovati. Per un centro di documentazione sulla cultura materiale dell’Alta Murgia, Torre di Nebbia Edizioni, Altamura 1991.
Ha lavorato infine alle seguenti progetti editoriali: L’albero della festa. Cultura contadina in Basilicata: il Maggio di Accettura; Matera. I Sassi della memoria; I colori del tufo. Atlante degli affreschi rupestri del materano; Ritorno a Gagliano. In ricordo di Carlo Levi. Quest'ultima è un’opera che rappresenta l’impresa pittorica di maggiore impegno compiuta da Levi;
L'opera di Viggiano è un’impresa senza sofismi di sorta [sostiene sempre Roberto Roda], schietta e diretta, direi persino disarmata. Egli ha riassunto qui i motivi più salienti del suo lungo discorso sul Mezzogiorno.

Riportiamo anche la significativa presentazione che Franco Ferrarotti fa nel volume di Augusto Viggiano Matera: i Sassi della Memoria. Franco Ferrarotti è oggi ritenuto il più noto dei sociologi italiani all'estero.
Da decenni seguo la ricerca fotografica di Augusto Viggiano, una ricerca di rara coerenza che al lettore superficiale o corrivo potrà anche parere monodica, al punto da riuscire monotona, mentre è invece singolare approfondimento contemplativo, sobria offerta di una documentazione che alla fine trascende se stessa per farsi, in senso pieno, testimonianza. In uno scritto di oltre 30 anni fa (Dal documento alla testimonianza. La fotografia nelle scienze sociali, Liguori, Napoli 1974), notavo che la ‘bellezza’ è la nemica mortale, certo la più insidiosa, della fotografia nelle scienze sociali. Devìa l’occhio e l’attenzione dalla testimonianza interpretativa del fatto e dalla situazione umana determinante verso una visione estetizzante e diluita. Le fotografie di Viggiano non corrono questo pericolo. Nessuna concessione è riscontrabile in esse alla scorciatoia estetizzante. Le pietre, i Sassi di Matera, sono fotografate e rese nella loro scabra nudità. Appaiono per quello che sono, consunte dal passo umano, lavorate dalle intemperie, immobili nel fluire, talvolta tumultuoso, della storia.
Ho sempre considerato le fotografie di Viggiano come l’adempimento della misteriosa promessa evangelica: ‘In verità in verità vi dico: le pietre parleranno’. Solo le pietre, nella loro essenzialità. Nel paesaggio lunare d’una collina catafratta, traforata da una presenza umana così discreta da far pensare ad una protratta latitanza, solo le pietre possono testimoniare una quotidianità sommersa.
Non c’è un solo primo piano di viso umano. Invano si cercherebbero didascalie spiritose, di quelle che infiorettano i rotocalchi, ammiccanti e suduttive; commenti allusivi da mettere in bocca al lettore che si attende di essere ‘stuzzicato’. In Viggiano la fotografia non ha bisogno di un testo che la guidi e la giustifichi perché è essa stessa un testo.
Esito notevole, soprattutto in un’epoca in cui alla grande diffusione della fotografia non corrisponde un suo uso critico, la comprensione della sua autonomia. Anche fra specialisti, per non parlare del grosso pubblico per il quale la fotografia è buona, al più, per celebrare matrimoni e prime comunioni, l’immagine fotografica continua ad essere considerata come dotata di una funzione essenzialmente ancillare, subordinata al testo come mezzo illustrativo, ossia come un di più non strettamente necessario.
In questo libro di Viggiano si passa non solo dal documento, ancora sociografico e meramente descrittivo, alla testimonianza, umanamente significativa, ma si compie ancora un ulteriore passo avanti. La fotografia diventa testo, un testo non solo da guardare, ma da leggere. In altre parole, l’immagine fotografica non ha più bisogno di commento scritto, può anche fare a meno della tradizionale didascalia. L’immagine ha una sua autonomia specifica, è un valore in sé.
La ragione di questo valore è intuibile: l’immagine è la custode della memoria. Conserva il passato e nello stesso tempo lo ricrea. In essa il passato viene ri-presentificato. Il già vissuto si fa di nuovo vivente. Noi non siamo nulla in senso assoluto. Siamo solo ciò che siamo stati. Più precisamente: ciò che ricordiamo di essere stati. Il ricordo, conservato nella memoria, a sua volta richiamata e stimolata dall’immagine, è garanzia di continuità e di vita futura.
Questo libro di Viggiano è un libro di immagini, un libro in senso proprio, da leggere lentamente e da approfondire. Esso segna l’esito ed è in questo senso il premio di un lungo itinerario e di una tenace, fin testarda fiducia nel carattere rivelativo dell’immagine fotografica come messaggio di per sé significativo.

-----

N.B. L'Associazione MUV Matera, in un lungo e volontario lavoro durato oltre un anno, ha ultimato la digitalizzazione ad alta qualità di tutte le foto concesse dal sig. Augusto Viggiano per le attività connesse all'associazione e senza alcuna finalità di lucro. Sul sito del MUV sono fruibili solo quelle relative alla città di Matera, tutte le altre sono presenti negli archivi offline dell'Associazione. Chi vuole consultarle o organizzare mostre o iniziative coerenti con le finalità dell'associazione e senza scopo di lucro può contattarci. Dopo la digitalizzazione, tutte le fotografie e diapositive sono state restituite, come si evince da attestazione sottostante.

Liberatoria siglata tra Augusto Viggiano e lAssociazione MUV per l'utilizzo delle foto

Attestazione di restituzione delle foto firmata da Augusto Viggiano

© Copyright Archivio Augusto Viggiano
vietata la riproduzione anche parziale delle foto

Per info: augustoviggiano@libero.it | Facebook

 

Attualmente il MUV contiene 880 foto di Augusto Viggiano.


 

 

 

 

 

Home | Link | Disclaimer Foto | Dicono di noi | Statuto | Area stampa | Admin | Statistiche | Crediti | Sostieni il MUV | Contatti | gruppo facebook
© Associazione Museo della memoria collettiva di Matera - MUV Matera - codice fiscale: 93054310771 - Via Casalnuovo, 239 Matera
IBAN: IT25 Z076 0116 1000 0101 8256 980 - www.muvmatera.it - Sito realizzato da Artedat
a
 

 

 

Bookmark and Share